giovedì 30 marzo 2017

La memoria sensoriale

La prima forma di memoria, è la memoria sensoriale ossia la registrazione di quanto è dato dai nostri sensi.
Essa può contenere molte informazioni ma per poco tempo.
Esistono differenti tipi di memoria, i quali più studiati sono:

  1. Memoria visiva (o iconica): se il nostro sguardo fissa per un determinato tempo un oggetto e poi chiudiamo le palpebre; per qualche istante  ci ricorderemo l'impronte di ciò che abbiamo osservato.
  2.  Memoria uditiva (o ecoica): decade se l'attenzione    viene meno. 
La memorie sensoriale, è solo il confine tra percezione e memoria.


continuo sul blog della mia compagna Eleonora: eleonorabubba.blogspot.it

Fonte: Libro scolastico, "educataMENTE".

Apprendimento, memoria e la necessità di ricordare

La memoria è fondamentale, non solo per l'apprendimento, ma anche nel caso della vita quotidiana.
Come possiamo apprendere, possiamo anche dimenticare.
Quest'ultimi trovano una spegazione.

La capacità di un individuo di conservare tracce della propria esperienza precedente, si esprime attraverso il ricordo, la cui rarefrazione o addiritura scomparsa determina l'oblio.
Solo quando ci troviamo di fronte a una dimenticanza causata da una malattia o trauma, ci rendiamo contro di quanto sia importante perchè la nostra stessa identità si basa sui ricordi che abbiamo.
Se non avessimo la memoria, dovremo imparare ogni volta tutto da capo.
L'apprendimento dipende dalla registrazione e dall'immagazzinazione dell'informazione: senza memoria non c'è conoscenza.
Il recupero delle informazioni è importante quanto la sua immagazzinanzione.
La memoria non è una capacità illimata, quindi è in grado di scegliere cosa trattenere o dimenticare.
Essa non è un organo unitario, come il cuore o il fegato.
In realtà è un insieme di sistemi che si basano sul tempo e lo spazio.
Nei post succesivi affronteremo le varie memorie studiate in psicologia.

giovedì 23 marzo 2017

Il condizionamento operante di Skinner

B. F Skinner 
(1904-1990)
psicologo statunitense. 

Skinner ha preso e studiato in modo più complesso le teorie dei precedenti studiosi, per riuscire a capire come si acquistano nuove capacità. Egli si è occupato principalmente dei comportamenti operanti, con vari esperimenti basati su ratti o piccioni i cui risultati ha esteso su gli esseri umani.
A questo scopo ha elaborato la Skinner Box.
All'interno della gabbietta un piccione, o ratto, abbassando casualmente una levetta, ottengono cibo. L'animale sarà cosi' condizionato a premere di nuovo per poter mangiare: ma, in questo caso, l'operazione sarà consapevole.
Questa forma di apprendimento è chiamata apprendimento per rinfornzo ed è basata su punizoni o premi (premio= cibo; punizione= mancato cibo).
La caduta del cibo viene chiamata evento rinforzante; l'abbassamento intenzionale della levetta è chiamato operante rinforzante.
Questo processo di condizionamento viene chiamato operante.  Il condizionamento operante è una procedura generale di modifica del comportamento di un organismo, ossia è una modalità attraverso la quale l'organismo "apprende".
Se l'animale non riceve più il premio, dopo l'abbassamento delle levetta, smetterà di compiere l'azione (estinzione dell'operante).
Da questi esperimenti, Skinner ha tratto la conclusione che il comportamento è il furto di un modellamento operanto dall'ambiente.


Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Condizionamento_operante
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Burrhus_Skinner
Fonti: Libro scolastico, "educataMENTE".

Il comportamentismo di Watson

John Broadus Watson
(1878-1958)
 psicologo stanutense.

John Watson è il "creatore" del comportamentismo.
Comportamentismo è una corrente di pensiero secondo la quale il comportamento è il frutto di un condizionamento dell'ambiente: noi impariamo ad associare una certa risposta a un determinato stimolo (S/R). 
Watson ha negato ogni importanza ai fattori innati. Egli ha compiuto esperimenti di condizionamenti.
E' rimasto famoso l'esperimento sul piccolo Albert (nel 1920).
Mentre Albert giocava con un topolino bianco, Watson e sua moglie provocarono un forte rumore. Albert, spaventato dal rumore, grida. Successivamente il piccolo grida alla vista del topolino bianco. In seguito il bambino generalizza la risposta e si spaventa in presenza di animali dal pelo bianco.
Qui l'apprendimento è considerato un processo automaico: le risposte sono comportamenti meccanici, frutto dell'abitudine. 

In questo link potete trovare un video dei vari esperimenti dello studioso su Albert--> https://it.wikipedia.org/wiki/File:Little_Albert_experiment_(1920).webm#file

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/John_Watson_(psicologo)
Fonti: Libro scolastico, "educataMENTE" 

mercoledì 22 marzo 2017

L'esperimento di Pavlov e i riflessi condizionati

Allo studio dei riflessi condizionati, ossia la risposta che il soggetto dà alla presentazione di uno stimolo condizionante, ha dato impulso il fisiologo Ivan Pavlov; rappresentante della riflessologia russa.
Famoso il suo esperimento sulla salivazione del cane.
In un primo momento, Pavlov, aziona un campanello e non rivela nessuna risposta dal cane.
Successivamente fornisce al cane una porzione di carne, e secondo una risposta naturale, il cane inzia a salivare.
Pavlov associa quindi somministrazione di cibo e suono del campanello: ogni volta che il cane riceve cibo, il campanello vienze azionato. 
Per un certo periodo, il cane al suono del campanello iniziava a salivare anche senza ricevere cibo.
Il cane è stato condizionato.
Il termine condizionato segnala un'associazione nuova, che è stata appresa. Al contrario, il termine incondizionato segnala una risposta naturale e innata.
Emergono inoltre altri due risultati:

  1. Generalizzazione, ossia l'estensione di una certa risposta a stimoli diversi.
  2. Estinsione, cioè la risposta condizionata scompare se per un certo numero di volte il suono non è asscoiata alla porzione del cibo.                                                                   
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Riflesso_condizionato
Fonti: Libro scolastico, "educataMENTE".

COME APPRENDIAMO

I riflessi innati

L'apprendimento è il mezzo con cui gli esseri umani imparano le proprie conoscenze e sviluppano le proprie capacità.
Quando un bambino nasce lascia un intorno protetto per entrare in un mondo dove viene a contatto con una innumerevole quantità di stimoli sensoriali. Per poter sopravvivere a questo cambiamento dispone di un insieme di riflessi arcaici primari, chiamati riflessi neonatali, designati ad assicurare una risposta immediata al nuovo intorno.            
I riflessi innati, quindi, sono risposte non fisiologiche, non apprese, a uno stimolo.
Alcuni di questi sono fondamentali per la nutruzione: come il riflesso di suzione (succhiare) e di ricerca (il seno).
Altri svolgono una funzione protettiva: riflesso "battito delle palpebre"(spavento) e riflesso di prensione(aggrapparsi).
Esistono altri riflessi la cui funzione non è del tutto chiara: come il riflesso di moro e il riflesso di marcia.
Nel corso degli anni, gli esseri umani sviluppano altri riflessi per mezzo dell'apprendimento.

Fonti: Libro scolastico "educataMENTE".

martedì 21 marzo 2017

Percezione visiva e schemi gestaltici





Max Wertheimer, (1880-1943)
psicologo ceco.


La Gestalt, il cui fondatore Max Wertheimer, ha dimostrato che la percezione sensoriale, in particolar modo la percezione visiva, svolge un ruolo creativo ed è creativa, cioè classifica e interpreta le sensazioni.
Essa ha individuato i principi del raggruppamento degli oggetti; si tratta di schemi innati che collegano e organizzano i dati che riceviamo attraverso l'organo della vista
I principi più importanti sono questi: 

1.Vicinanza: Siamo portati a raggruppare oggetti vicini tra loro.

2.Somiglianza: In questo caso raggruppiamo oggetti simili tra loro.  Nella figura vediamo una successione di file verticali, rispettivamente di triangoli, quadrati e cerchi.

3.Continuità: Tendiamo a raggruppare gli oggetti che possono essere visti l'uno come la continuazione dell'altro.









4.Chiusura: Siamo portati a raggruppare gli elementi in modo che formino una figura chiusa, e quindi tendiamo a "completare" una fgura nonostante le parti mancanti. 


5.Pregnanza: Raggruppiamo gli elementi che possono  
costruire una figura semplice, regolare, simmetrica.




6.Buona forma: Raggruppiamo gli elementi per ottenere la figura più semplice.

7.Esperienza passata: Raggruppiamo gli elementi associati nella nostra esperienza precedente: se non conoscessimo la lettera E, non potremmo raggruppare le tre linee spezzate. 

Nell'applicare questi principi, la nostra mente distingue la figura dallo sdonfo (organizzazione figura-sfondo).

Fonti: Libro scolastico: educataMENTE.

Come percepiamo il mondo

Il cervello e la mente sono la sede dei processi cognitivi.
Nessuno dei tali sarebbero possibili senza le sensazioni, cioè una eccitazione nervosa.
Le sensazioni permettono alla nostra mente di conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda. Nonostante esse siano sostanzialmente personali e soggettive, e quindi impossibili da misurare scientificamente, è possibile chiedere ai soggetti che le sperimentano di descriverle.
Lo stimolo, che possiede una determinata qualità relativa all'organo di senso coinvolto, raggiunge una specifica area del cervello.
Le varie sensazioni vengono unificate nella fase della percezione.
Gli stimoli esterni ci colpiscono di continuo, quindi è fondamentale la presenza dell'attenzione.
L'attenzione è un processo cognitivo della mente che permette di selezionare stimoli ambientali, ignorandone altri. 
Essa agisce in modo consapevolmente e sia inconsapevolmente.
Un altro fattore è la limitatezza dei nostri sensi.
Noi siamo in grado di dare unità e organicità alle nostre sensazioni, che ci presentano un mondo coerente.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Sensazione
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Attenzione
Fonti: Libro scolastico delle S. Umane: EducataMENTE.

lunedì 20 marzo 2017

Lo studio della mente e del cervello: le neuroscienze

Gli studi che riguardano mente e cevello si situano in una zona di confine tra scienze della natura e scienze umane.
Oggi sono sopratutto le neuroscienze.
Le neuroscienze (o neurobiologia) sono l'insieme degli studi scientificamente condotti sul sistema nervoso.
Le neuroscienze sono un campo interdisciplinare e collaborano con altri ambiti di studio quali chimica, scienze cognitive, informatica, ingegneria, linguistica, psicologia, sociologia, matematica, statistica, medicina e discipline collegate, come filosofia e fisica.
Ci sono varie neuroscienze, eccone alcune: neurobilogia, neurochimica, neurologia, neuropsicologia...
Le neuroscienze adattano metodi di indagine, con i quali "osservano" che cosa accade nel cervello. Queste tecniche confermano la stretta correlazione tra le attività mentali e i processi fisico-chimici del cervello.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Neuroscienze
Fonti: Libro, Liceo delle Scienze Umane, educataMENTE